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Il Piccolo Principe – Antoine De Saint-Exupéry


Il settimo pianeta fu dunque la Terra.

La Terra non è un pianeta qualsiasi! Ci si contano cento e undici re (non dimenticando, certo, i re negri), settemila geografi, novecentomila uomini d’affari, sette milioni  e mezzo di ubriaconi, trecentododici milioni di vanitosi, cioè due miliardi circa di adulti.

Per darvi un’idea delle dimensioni della Terra, vi dirò che prima dell’invenzione dell’elettricità bisognava mantenere, sull’insieme dei sei continenti, una vera armata di quatrocentosessantaduemila e cinquecentoundici lampionai per accendere i lampioni. visto un po’da lontano faceva uno splendido effetto. I movimenti di questa armata erano regolati come quelli di un balletto d’opera. Prima c’era il turno di quelli che accendevano i lampioni della Nuova Zelanda e dell’Australia. Dopo di che, questi, avendo accesi i loro lampioni, se ne andavano a dormire. Allora entravano in scena quelli della Cina e della Siberia. Poi anch’essi se la battevano fra le quinte. Allora veniva il turno dei lampionai della Russia e delle Indie. Poi di quelli dell’Africa e dell’Europa. Poi di quelli dell’America del Sud e infine di quelli dell’America del Nord. E mai che si sbagliassero nell’ordine dell’entrata in scena. Era grandioso.

Soli, il lampionaio dell’unico lampione del Polo Nord e il confratello dell’unico lampione del Polo Sud, menavano vite oziose e noncuranti: lavoravano due volte l’anno.


Incipit – Memorie d’ una ragazza perbene


Memorie d’una ragazza perbene

Simone de Beauvoir

Sono nata il 9 gennaio 1908, alle quattro del mattino, in una stanza dai mobili laccati in bianco che dava sul boulevard Raspail. Nelle foto di famiglia fatte l’estate successiva si vedono alcune giovani signore con lunghe gonne e cappelli impennacchiati di piume di struzzo, e dei signori in panama, che sorridono a un neonato: sono io.

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Come vendere più libri – Creatività e marketing


  Scrivere un libro è oggi paradossalmente più difficile che mai. Pur essendo diventata la vecchia Olivetti un cimelio per collezionisti e si possano copiare e incollare con un solo click decine e decine di pagine, chi si incammina su questa strada deve avere ben chiaro in mente questo concetto: il lavoro dello scrittore moderno non finisce con la stesura del testo, piuttosto da lì inizia.

Fino a qualche anno fa, infatti, compito dell’autore era quello di mettere nero su bianco il proprio lavoro, presentarlo ad un Editore e sperare nella buona riuscita dell’impresa. Oggi, sia che si parli di editoria cartacea sia che ci si riferisca a quella digitale, gli ambiti di competenza degli scrittori si sono notevolmente ampliati: chi vuole vendere bene il proprio “prodotto” deve conoscere il mercato, la concorrenza e soprattutto il target verso cui indirizzarlo. Sulla base di queste premesse deve scegliere il lessico ad hoc, la lunghezza più adatta, il modo migliore per promuoverlo. Tutta una questione di marketing quindi? La creatività che si piega alle logiche della vendita?

Precursore dello scrittore moderno è stato Italo Calvino, che non solo fu un ottimo talento, ma fu uno dei pochi a conoscere e imparare tutti i meccanismi che ruotano attorno alla pubblicazione di un libro. Egli infatti collaborò con diverse casa editrici, fra cui l’Einaudi, nei ruoli più disparati: addetto stampa, redattore, direttore di collana, traduttore e compilatore di antologie scolastiche. Conosceva quindi molto bene i gusti delle librerie e dei lettori, talmente tanto che i suoi testi sono a distanza di tempo ancora attuali e fra i più venduti.

 


Antonio Machado


Antonio Machado è stato uno dei massimi protagonisti del rinnovamento della lirica spagnola del XX secolo che, superati i dogmatismi legati alla tradizione ed ampliati gli orizzonti della ragione, seppe rifiorire e risuonare  a gran voce in ambito Europeo.

Orizzonte

In un lucido vespro, esteso come il tedio,

quando l’estate torrida brandisce la sua lancia,

d’un greve sogno mio lo spettro riflettevano

mille ombre drizzate in fila sulla piana.

Era purpureo specchio la gloria del tramonto,

era un vetro di fiamme, che scagliava al vetusto

infinito il pesante sogno sulla pianura…

Ed io sentii lo sprone sonoro del mio passo

echeggiare lontano nel tramonto sanguigno,

e più oltre l’allegro canto d’un alba pura.


La leggenda della prima Bibbia


“[…] l’arte della stampa, la polvere da sparo, la bussola.

Queste tre invenzioni hanno cambiato la faccia del mondo

e le condizioni di vita sulla terra.”

Francesco Bacone, Novum organum

 

Si narra che non appena Gutenberg e Schoeffer ebbero finito l’ultimo foglio della monumentale Bibbia, il finanziatore della ditta, tale Johann Fust, prese una dozzina di copie per testare di persona le capacità di vendita del nuovo prodotto. Si recò quindi a Parigi, che allora era la principale e più prestigiosa università d’Europa, dove iniziò  a vendere le prime copie, e poi una dopo l’altra tutte le altre con una velocità impressionante, tanto da far pensare ai rappresentanti di una bene organizzata Corporazione del Libro, che ci fosse di mezzo il Diavolo, perchè mai una tale ricchezza era stata nelle mani di un’unica persona. Fu così che il primo viaggio d’affari di Johann Fust si concluse con una precipitosa ma fruttuosa fuga.   

E. P. Goldschmidt, Gothic and Reinaissance Bookbindings, 1967

 

Oggi come allora, chi possiede tanti libri è una persona molto ricca!


J. Keats – Lettere d’amore a Fanny Brawne


L’epistolario che John Keats scrisse nell’arco di circa quattro anni, dal 1816 al1820, si compone di un nutrito numero di lettere che il poeta inglese indirizzò ad amici e ai suoi affetti più cari. Esse rappresentano una vera e propria miniera di informazioni, un fervore di sentimenti e immagini.  Quelle indirizzate a Fanny Browne, incontrata per la prima volta ad un appuntamento mondano nel 1818, sono circa una quarantina. Pubblicate postume, scandalizzarono la società vittoriana. Vi è contenuta la storia dell’intensissimo amore giovanile che li unì, osteggiato dalla famiglia di lei per le non floride condizioni economiche e soprattutto per la precaria salute del poeta. I due infatti, non si sposeranno mai.

martedi mattina (Kentish Town, maggio 1820)

<<Mia diletta Fanciulla,

ieri aspettando di veder vostra madre scrissi una lettera per voi. Sarò abbastanza egoista per ispedirla pur sapendo che può cagionarvi un po’ di pena, ma voglio che vediate quanto mi rende infelice l’amore per voi, e cerco in quanto posso di indurvi a concedere tutto il vostro cuore a me la cui vita dipende tutta da voi. Non potreste muover passo o batter palpebra senza che ciò mi colpisse diritto al cuore – sono ingordo di voi. Pensate soltanto a me. Non vivete come se io non esistessi. Non dimenticatemi. Ma ho diritto di dirvi questa parola? Forse tutto il giorno mi pensate. Ho diritto di volere che voi siate infelice per me? Mi perdonereste simile pretesa, se sapeste quale ansia ho che mi amiate – ora, per amarmi come vi amo io, dovete pensare soltanto a me…>>

J. K.